30 settembre 2008

University: beyond the thesis

Oggi in treno leggevo sul giornale di un libro uscito in questi giorni.
"L'università truccata. Gli scandali del malcostume accademico. Le ricette per rilanciare l'università" (Einaudi) di Roberto Perotti, PhD in economia al MIT di Boston, cattedra a vita alla Columbia University di NY e attualmente docente alla Bocconi.

Quello che ne viene fuori è un ritratto ben noto a chi conosce l'ambiente universitario italiano fatto di ordinari con pubblicazioni che un dottorando d'oltreoceano si vergogna a mettere nel CV, parentami vari nello stesso dipartimento, concorsi fatti ad personam vinti non si sà perché.

Il triste della ricerca universitaria in Italia credo sia un problema italiano in generale: non c'è meritocrazia.

In azienda, ho visto persone con uno stipendio proporzionale all'età e non alle competenze e alla produttività in senso proprio.
Nel pubblico non parliamone! Sto vedendo un po' come vanno le cose in Regione ed è meglio stendere un velo pietoso.
L'Università non è da meno. Perotti nel libro fa nomi e cognomi, persone che non hanno pubblicazioni ma che in virtù dell'anzianità prendono cinque volte tanto un ricercatore che si fa il mazzo e comunque (nel 95% delle volte) più di un collega americano.

Tempo fa mi era arrivata via mail una raccolta firme contro un decreto legge (DL n. 112 del 25 giugno 2008) che tagliava gli scatti d'anzianità da biennali a triennali per gli stipendi dei professori, dando più che ragionevoli motivazioni e mostrando come questo provvedimento avrebbe modificato notevolmente il reddito dei giovani ricercatori penalizzando chi si affianca alla carriera accademica. Ma il problema non è questo!

In Italia ci vuole un meccanismo di incentivi e di retribuzione proporzionale alla qualità della persona non in base alla sua età!
Il decreto legge da solo credo penalizzi e egoisticamente avrei pure firmato. Ma serve altro! L'anzianità non andrebbe riscalata andrebbe eliminata!! A patto di inserire un sistema proporzionale al merito.

Penso tuttavia che la meritocrazia sia qualcosa che in Italia farà davvero fatica a predominare. Cosa resta da fare?
Come diceva un motto dell'areonautica:

chi vale vola,
chi non vale non vola,
chi vale ma non vola è vile.

Dove si debba "volare" non lo so... intanto studiamo!

21 settembre 2008

02 settembre 2008

Come cambiare la RAM ad un Inspiron630m DELL

A grande richiesta della Vale oggi durante l'aperitivo assieme alla cavia umana ecco un'altro dei miei how to.
Oggi siamo alle prese con l'informatica. Scopo: fare l'upgrade alla RAM di un Inspiron 630m DELL (il mio).
Sto passando dal GB ai 2 GB! Robe che 10 anni fa nemmeno la NASA aveva... ma vabbe....

Prima di tutto muniamoci di cacciaviti a stella, il PC su cui fare l'upgrade e due moduli RAM da 1 GB...

Togliamo la batteria e accendiamo il PC! Serve a togliere l'energia statica rimasta. Successivamente svitiamo le vitine che reggono la mascherina frontale. Occhio a non spannarle!!
Una volta tolte la mascherina si toglie. Non con facilità eh... bisogna far leva a destra con un cacciavitino e avere molta cura.
Tolta anche la tastiera (è un unico pezzo che vedete girato e bucherellato nella foto qui sotto).
Accingiamoci ad aprire il coperchio con scritto DIMM A: è lo slot numero 1 per la memoria.
Togliamo la vecchia e mettiamo la nuova. Tutto è ad incastro. Abbastanza semplice
Facciamo lo stesso per il secondo modulo di memoria. Questo è removibile dal retro. Quindi riavvitiamo tutto e giriamo il PC. Due vitine ed il gioco è fatto...
Dopo aver riavvitato il tutto e rimesso la pila accendiamo il PC. Beep beep "The size of the memory has been increased" dice il BIOS! E una volta avviato il sistema operativo ecco che CPU-Z ci conferma: Size: 2 GB !!!!!
Grazie e alla prossima

01 settembre 2008

Birra dolomiti


Questa è davvero buona. Inoltre rispetta alcuni importantissimi principi di produzione, a partire dalle materie prime.
La birreria Pedavena, un fiore all'occhiello dell'industria birraia italiana, ha messo assieme tutto il raccolto di orzo del 2007 (e ha gia messo via ancehe quello di quest'anno) delle aziende agricole del Feltrino. Queste hanno inoltre coltivato il cereale secondo principi di eco-compatibilità che evitano, ad esempio, l'impiego di prodotti chimici come erbicidi, anticrittogamici o insetticidi.
L'acqua delle dolomiti ha aggiunto un tocco che rende questa una birra totalmente Veneta, a Km 0, come dice il payoff della birreria.
La seconda fase di fermentazione è stata come quella di una volta: lenta e a basse temperature; mi raccontava il birraio che la faceva degustare al Brentelle che i tank sono stati 6 mesi a riposo con temperature bassissime (6°/8°!).
Una birra eccezzionale!